L'intervento di Debora e le elezioni europee
martedì 31 marzo 2009 alle ore 0.35 |


Cari democratici, è vero, è uno strano partito il nostro; è vero certe cose qualcuno le ha dette da mesi (sulla necessità di una sintesi alta fra diverse esperienze rimando ad alcuni interventi su www.lubranoangelica.it…)Ma fare sintesi vuol dire avere spazi di confronto, di discussione politica… Io finora sono stata chiamata solo a scegliere rose di candidati (decisi altrove) per le politiche, per le amministrative ora per le europee….Ma per fare cosa? Mi sarebbe piaciuto poter discutere sul ruolo centrale di un Parlamento europeo nella soluzione di una crisi economica di livello mondiale che i singoli paesi sono inadeguati a risolvere da soli…Sulla necessità, se non vogliamo rincorrere al ribasso diritti e tutele dei lavoratori e delle classi più povere, di un’Europa che fissi uno zoccolo minimo di legislazione sociale estesa a tutti i 27 membri dell’UE, per svuotare il ricatto della delocalizzazione produttiva. Definire il mandato politico che intendiamo affidare rende più semplice l’individuazione dei nostri candidati. Ciò al fine di fugare ogni sospetto di scelta legata solo alla necessità di sistemare qualche dinosauro della casta. Si è determinata una frattura profonda fra dirigenti da una parte e militanti ed elettori dall’altra che, dopo un iniziale entusiasmo, si sono autoesclusi in un esilio politico (Ilvo Diamanti) che ci condanna a un forte rischio di regime berlusconiano…. Non invidio credimi la posizione dei dirigenti, la loro solitudine, il diventare bersaglio di ogni attacco, l’essere considerati i responsabili di ogni insuccesso, l’essere additati come i costruttori di gruppi di potere inaccessibili e autoreferenziali, né invidio la loro qualità della vita attaccata a telefoni e ai mal di pancia di tanti….Ma non posso sottrarmi a un esercizio di immaginazione e disegnare nella mia fantasia un partito diverso. Noi per DNA non accettiamo un padrone e per definizione ci riconosciamo nella democrazia che come dice Zagrebelsky è una costruzione faticosa.
E allora sogno un partito capace di suddividere gli incarichi, di considerare una risorsa e non una minaccia ogni competenza, organizzato per costruire il progetto politico territoriale, nell’ottica di uno sviluppo autocentrato. Un partito sempre più orizzontale e meno verticistico. Lo so che un partito così costa fatica, impegno, ma si può fare, si deve fare. Non ci sono alternative.

DEBORA E IL PD