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Angelica Lubrano
poesie racconti riflessioni
Quiliano Savona
La poesia
“Il rumore che assorda è messo a tacere, una voce si leva e
chiede attenzione. C’è chi gliela presta.
La poesia cerca la parola che non è ancora stata detta, al confine
fra senso e non-senso.
La poesia ama il silenzio. Indaga gli enigmi della realtà, non l’ordine
oggettivo delle cose, alla ricerca dei luoghi sorgivi, da cui scaturiscono
i significati, i simboli, le allegorie. Riesce a straniare anche le frasi
fatte e le ideologie, alla scoperta dell’altra faccia della luna,
della terra, di noi stessi.
Ognuno di noi normalmente si serve della lingua, nella poesia è la
lingua che si serve di noi, per compiere magie, giochi di prestigio, per
stupirci, incantarci, disincantarci.” (Liberamente tratto dal discorso
tenuto da E. Montale all’Accademia di Svezia il 12/12/1975 in occasione
del conferimento del Nobel).
A volte la parola si perde, ammutolisce: è la malinconia, l’umor
nero. Qualcuno, prima o poi, trasforma questa patologia dell’anima
in oggetto di poesia.
La poesia nasce così, spontaneamente, diviene coralità creativa
che si adagia in musicalità e invenzione. Lo sguardo poetico s‘incanta
lungo le rive fiorite: bellezza orgogliosa d’asfodeli, di stramonio
e di digitale purpurea sembra offrirsi con sussiego agli sguardi ammaliati.
Nello stormir di fronde d’oleandro rosa
la penna preda d’immortalità
( o una moderna tastiera):
questo ciascuno spera
affidando una storia
di ridicoli eroismi quotidiani
indifferenti agli altri;
salvo che tu catturi
con giochi logici e paranoie espressive
lo sguardo e l’attenzione
un po’ svagata
di chi con serietà e pudore
porta a definizione
senza tanto rumore
il pegno di una vita senza senso
oltre la siepe d’oleandro rosa.
Oltre le frasi fatte e le ideologie, alla ricerca dell'altra faccia della luna, della terra, di noi stessi