La poesia
“Il rumore che assorda è messo a tacere, una voce si leva e chiede
attenzione. C’è chi gliela presta.
La poesia cerca la parola che non è ancora stata detta, al confine
fra senso e non-senso.
La poesia ama il silenzio. Indaga gli enigmi della realtà, non l’ordine
oggettivo delle cose, alla ricerca dei luoghi sorgivi, da cui scaturiscono
i significati, i simboli, le allegorie. Riesce a straniare anche le frasi
fatte e le ideologie, alla scoperta dell’altra faccia della luna, della
terra, di noi stessi.
Ognuno di noi normalmente si serve della lingua, nella poesia è la
lingua che si serve di noi, per compiere magie, giochi di prestigio, per stupirci,
incantarci, disincantarci.” (Liberamente tratto dal discorso tenuto
da E. Montale all’Accademia di Svezia il 12/12/1975 in occasione del
conferimento del Nobel).
A volte la parola si perde, ammutolisce: è la malinconia, l’umor
nero. Qualcuno, prima o poi, trasforma questa patologia dell’anima in
oggetto di poesia.
La poesia nasce così, spontaneamente, diviene coralità creativa
che si adagia in musicalità e invenzione. Lo sguardo poetico s‘incanta
lungo le rive fiorite: bellezza orgogliosa d’asfodeli, di stramonio
e di digitale purpurea sembra offrirsi con sussiego agli sguardi ammaliati.