Che cosa ci hanno chiesto quei 3 milioni e mezzo circa di elettori?
Innanzitutto di semplificare l’aggrovigliato panorama politico italiano.
Ma siamo consapevoli tutti che a parte questo obiettivo condiviso e comuni sentimenti di democrazia, legalità, rispetto dei diritti individuali e coscienza dei doveri di cittadinanza, ci distinguono sensibilità, identità passate, percorsi politici, ma anche diverse visioni del futuro, idee diverse (laicità centralità del lavoro o delle imprese, impegno militare all’estero, nucleare…) Si è naturalmente allentato il carattere identitario di questo partito. Abbiamo perso per strada molti compagni di battaglie civili e politiche. Il nostro compito ora è fissare regole chiare, condivise, partecipative, inclusive, capaci di far convivere le diverse sensibilità e rispondere insieme a quella vocazione maggioritaria, auspicata anche in questa crisi di governo dal nostro segretario nazionale, esplicitata dalla presenza di personaggi che hanno militato in altri partiti o che addirittura sono stati protagonisti di primissimo piano nel governo Berlusconi come Follini, oggi responsabile della comunicazione nell’esecutivo nazionale.
L’altra condizione necessaria alla convivenza di esperienze e sensibilità diverse è il rispetto delle regole stesse. Ognuno di noi deve avere la sicurezza che si può anche non vincere un confronto perchè non siamo stati capaci di convincere, ma le mediazioni saranno comunque alte e mai al ribasso e il metodo quello democratico del confronto e dei numeri.
Io ho vissuto con grande fatica questi primi passi del nostro partito. Fatica di non riuscire a spiegare ad alcuni di voi che ciò che mi spingeva all’impegno era:
Dimostrare che la politica può trovare al proprio interno la forza per cambiare, controcorrente rispetto alla marea montante dell’antipolitica e della stanchezza di tanti.
Presidiare quei valori di giustizia e di libertà da sempre stelle polari del mio impegno politico.

Non attribuisco ad altri limiti che considero solo miei. La questione che mi ha personalmente, mio malgrado contrapposta ad alcuni di voi, di cui comunque continuo ad avere stima e rispetto, mi ha molto addolorata. Ho anche sospettato che potesse essere dietro al vostro atteggiamento di rifiuto fatti a me ignoti. Ho scritto, ho telefonato per capire. Ora però si tratta di difendere proprio quei principi che ho appena enunciato. E faccio appello all’intelligenza e alla generosità di persone che rappresentano l’anima di questo circolo: abbiamo bisogno di tutti. Non abbiamo bisogno di atteggiamenti ultimativi o ricattatori. Il panorama politico italiano è pieno di personaggi che “o si fa come dico io o me ne vado”. Salvo poi scoprire, come sta accadendo, che a perdere sarà l’Italia se tornerà nelle mani di chi dal 2001 al 2006 ha ridotto il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, si è ritagliato leggi ad personam che lo hanno assolto da reati cancellati d’ufficio e che lo hanno fatto schizzare in pochi anni fra gli uomini più ricchi del mondo.
La forza per rivolgere questo appello al comune e reciproco riconoscimento trae origine proprio da quelle persone che hanno creduto nel nostro impegno, in quei 1940 elettori, per quello che mi riguarda, che hanno sostenuto con il loro voto quei principi sopra enunciati.
Ribadisco: solo regole chiare e rispetto delle regole stesse possono far convivere le nostre diversità per raggiungere quegli obiettivi alti che tutti noi auspichiamo.

29/01/08
Angelica Lubrano
Quiliano (SV)

AL CIRCOLO DI QUILIANO