Ogni scoperta determina, com’è evidente, profondi mutamenti nella storia dell’umanità: l’agricoltura si sviluppò grazie alla capacità di trasmettere le conoscenze attraverso l’articolazione del linguaggio; la scrittura portò l’umanità fuori dalla preistoria; la stampa favorì l’accesso alla cultura di più larghi strati sociali e la circolazione delle idee di uguaglianza e libertà che hanno poi dato luogo alle moderne democrazie.
Paradossalmente gli attuali strumenti di comunicazione hanno rischiato di diventare strumenti di asservimento di massa: la radio permise a Mussolini e a Hitler di diffondere il loro verbo sino nelle lande più periferiche dei rispettivi Paesi, coartando comunità intere all’obbedienza. La TV dell’era democristiana aveva una esplicita finalità di controllo dei costumi nazionali. La TV commerciale ha permesso a Berlusconi di condizionare non solo gli acquisti, ma anche le scelte elettorali di gran parte degli Italiani.
Ora ci troviamo di fronte a un nuovo potente strumento di comunicazione: il web. Si profila una convinzione di onnipotenza, di controllo di tutto lo scibile che deriva dalla possibilità di accesso alla più grande biblioteca della storia: Google ha digitalizzato 30 milioni di libri; Wikipedia, oggi l’opera più consultata al mondo, a sua volta, presenta 30 milioni di voci in 287 lingue; in 24/48 ore si produce la stessa quantità di informazioni di tutti i 5 mila anni prima del web. L’ubriacatura è totale, si moltiplicano le opzioni a nostra disposizione: possiamo acquistare merci, prenotare viaggi, ascoltare musica, giocare con avversari sconosciuti e anonimi, scaricare film, documenti, immagini, leggere giornali, libri, consultare leggi, collegarci con amici e parenti dall’altra parte del mondo, svolgere, infine, attività di lavoro su un computer senza muoverci da casa.
Sembra che anche le varie primavere arabe abbiano avuto il “la” dalla diffusione di internet, che ha portato un vento di libertà fra le nuove generazioni…..
I nativi digitali stanno facendo emergere un distacco profondo con le vecchie generazioni spesso autoescluse dai nuovi linguaggi informatici.
I social network come facebook permettono di trovare l’anima gemella o semplicemente persone che condividono idee e progetti con cui costruire una comunità, sparpagliata in chilometri di distanza, ma incredibilmente coesa e affine nei gusti e nella visione esistenziale.
Ma il primo scotto da pagare sembra essere la perdita di ogni socialità reale. Se la già vituperata TV aveva ristretto al salotto familiare la vita sociale di ogni individuo, dall’infanzia con i cartoni animati, ai nonni con le telenovele, ora sembra apparentemente allargarsi a dismisura la platea dei contatti, attraverso un “mi piace- non mi piace” semplificato, ma la relazione fisica con “l’altro” svanisce, sostituita da un solipsismo claustrofobico che trova sfogo in una dimensione virtuale di socialità.
Al momento ignoriamo le conseguenze sociali della sbronza informatica, ma possiamo già avvertire una pericolosa diffusione di fenomeni inquietanti di deresponsabilizzazione collettiva: nascosti sotto un nickname, nel chiuso della propria camera da letto, il web è diventato per molti lo “sfogatoio” di frustrazioni, di rancori e di invidie. Con un tweet uomini e donne possono urlare tutto il livore di esistenze rancorose a chiunque rivesta un ruolo istituzionale. Spesso l’analfabetismo di ritorno, la deprivazione culturale e la povertà degli strumenti linguistici in possesso di questi individui si manifestano con un turpiloquio che nulla ha da invidiare a quello del peggiore postribolo d’angiporto.
Siamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale: dopo la meccanica e la robotica, l’informatica realizzerà merci e prodotti su misura del cliente, assecondandone le esigenze e i gusti personali e fidelizzandolo con assistenza e servizi mirati: l’auto personalizzata sostituirà quella in serie…..
Come sarà l’uomo del futuro? Quali saranno le mutazioni genetiche che la rivoluzione informatica produrrà? Una mano .mouse? Il collo anchilosato? Occhi perennemente arrossati? Si moltiplicheranno le cliniche di disintossicazione da overdose di PC, tablet, smartphone?
Mi auguro nel frattempo che si recuperi un minimo di netiquette nei social network: già usciamo poco la sera per timore di agguati, vorrei poter navigare senza temere ogni volta di imbattermi in qualche malintenzionato ;)

La comunicazione al tempo di facebook….