Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro. Da domani, svolti i compiti
finali dell’anno scolastico, sarò in pensione. E’ un momento
particolare. Anche se non vuoi, arrivano i bilanci, le prospettive: cosa farò
da grande?
Ma perché le scrivo? Perché fra le altre mie riflessioni c’è
anche quella relativa a un futuro non solo mio, ma di tutta l’umanità.
E forse confesso che sarei meno interessata al domani se in questo non ci
fossero le mie figlie, le mie 5 preziosissime nipotine e i ragazzi , tutti
i ragazzi di cui mi sono occupata in questi anni e di cui non ricordo forse
più il nome, ma all’appello non manca nessuno di quegli sguardi.
Leggevo su un giornale che il fattore G R I N (genetica, robotica, informatica,
nanotecnologie) potrà determinare uno scenario futuro da Paradiso terrestre
(malattie sconfitte, vita più lunga, giovinezza), o da Inferno (autodistruzione,
guerre terminali, spazzatura, inquinamento, clima…) dipenderà
dalle nostre scelte. E questo carica ciascuno di noi di una grande responsabilità.
Mi è tornata alla mente la lezione gramsciana, di cui cade quest’anno
quasi dimenticata la ricorrenza dei settant’anni dalla morte, (ma anche
la lezione di Dante nel girone degli Ignavi): non esiste, rispetto agli eventi
storici, un atteggiamento “neutrale”, passivo, di quelli che aspettano
ch’adda passa ‘a nuttata. Se non si agisce in realtà si
è complici dell’esistente. E allora penso che sia dovere mio
e di tutti gli uomini di buona volontà preservare il nostro futuro
dall’azione dei disonesti. Lo dobbiamo fare per noi e per i nostri figli.
Queste considerazioni mi hanno indotta a riprendere l’azione politica.
Non posso restare solo a guardare. Non c’è alcuna scusante. Se
i nostri partigiani non hanno esitato a mettere in discussione il loro progetto
di vita, noi possiamo almeno impegnarci a mettere in discussione qualche progetto
di fine settimana…e andare almeno a votare.
La girandola di false notizie, veleni, spazzatura, confonde gli animi semplici,
ma occorre affinare gli strumenti intellettuali e culturali per distinguere
fra una parte politica che, con tutti i limiti, sta nell’alveo di coloro
che commettono forse degli errori umani.
E un’altra parte politica, che non si ferma di fronte a nulla per realizzare
i propri fini egoistici e gioca barando, distruggendo ogni baluardo morale
nella vita civile.
Angelica Lubrano
Quiliano (SV)