La mia città d’adozione è una città di mare. Ci passa la qualunque. Sarà per questo ch’è sempre sporca da far schifo. Per terra ci trovi di tutto: carta, bottiglie di vetro e di plastica, avanzi di cibo, gomme da masticare (che qui chiamano cicles) masticate, scatole vuote di mentine e sigarette, mozziconi, divani, casseruole, fazzoletti usati, escrementi, preservativi… e alla via così, per dirla alla marinara. Insomma di tutto di più. I genitori insegnano ai figli e il ciclo perverso si compie e si perpetua inesorabilmente.
I miei concittadini dicono che a essere sporcaccioni sono gli extracomunitari, ma io litigo spesso con maiali e maiale dello schietto accento del posto. Se poi oso parlarne in giro, i miei concittadini si offendono, perché per esorcizzare i difetti usano ignorarli, come se il silenzio potesse esorcizzare le malefatte. Mio marito, che non vi è nato, è arrivato qui quando aveva 7 anni e s’è adattato benissimo: il suo sport preferito è il mugugno ecologico. Si lamenta a ruota libera circa la maleducazione degli altri e poi ne combina di tutti i colori! Come lui alcuni amici che imbastiscono discorsi sul mondo pulito per i propri figli e poi buttano acquaragia e olio rifritto direttamente nel water, perché è troppa fatica arrivare fino all’isola ecologica. In fondo lui non è nemmeno dei peggiori: il fidanzato che avevo prima era un vero porcello. D’altra parte, per anni le madri hanno usato l’arma di fare dei propri figli degli incapaci (specie quelli maschi ma anche le femmine) per renderli dipendenti e materialmente ricattabili.
I fumatori sono i più sporcaccioni di tutti. Se c’è qualcuno che se ne frega di riempire una stanza di fumo e di far respirare le proprie schifezze anche agli altri, se c’è qualcuno che butta la sua immondizia per strada a due passi dal cestino pubblico, quello sicuramente è un fumatore. A onor del vero, ho alcuni amici semipentiti che fumano sul balcone, si tengono le cicche in tasca e i pacchetti vuoti in borsa, ma si contano sulla punta delle dita. Apprezzo i loro sforzi e faccio finta di non sentire l’odore di tabaccone che emanano. Non si può avere tutto e alcune volte è giusto sopportare i difetti degli altri, specie quando si vede che si sforzano, nella speranza che poi loro sopportino i nostri.
Tornando all’Innominabile, lui era di quelli che se ne fregano, ti fumano in faccia, non vuotano i posacenere, tengono la motocicletta da riparare nel salotto e aspettano che la spazzatura nel cassonetto ci vada con le proprie gambe. Fu così che alla fine della nostra storia uscii a comperare un pacchetto di sigarette e partii per la Mesoamerica nella speranza che l’Oceano ci dividesse per sempre. Solo allora si accorse della mia esistenza e si attaccò al telefono rompendo le scatole a tutte le mie amiche, prima per avere il mio indirizzo poi per avere un appuntamento nella speranza di rimpiazzarmi. Per fortuna delle poverette, avevo avuto modo di raccontare loro nei particolari le avventure di quella vita sgangherata con lui e nessuna se ne accollò il peso. Lui mi cercò fino alla fine degli anni ’80, chiamando di quando in quando mia madre che, essendo della generazione della santificazione del maschio, era l’unica che non ce lo aveva mandato con tutte le scarpe. Fu proprio in quel periodo che ebbi modo di fargli sapere che vivevo da tempo con l’Incredibile. Smise di telefonare. Ora spero che sia morto, unica sicurezza di non averlo più tra i piedi, vista la sua teoria che una che te l’ha data una volta, te la dà per tutta la vita.
L’Incredibile dal canto suo è un casinista di prima qualità, disordinato e geniale quanto può. Anche lui era convinto che la spazzatura nel cassonetto ci dovesse andare da sola, che gli altri dovessero tenere comportamenti ecologici e lui forse, che gli avanzi non si buttano ma li devo mangiare io, però qualcosa sono riuscita a far entrare in quella testa di coccio. E poi non fuma, mi aggiusta le lavatrici e, fra bisticci e tempi biblici, qualche volta mi dà anche una mano. Succede anche che mi molla nella bratta per andare a pescare, ma tutto dalla vita non si può avere.
Sarà per questo che ho smesso di fumare?
Però forse ci sto ripensando…

Mabi Col

AMORI E SIGARETTE di Mabi Col