Prefazione

Sembra proprio che anche per il decennio “formidabile” che va dal ’68 al ’78 avremo tante letture diverse. I Marcello Veneziani, i Michele Serra , gli Umberto Eco e tutti gli altri maître à penser confezioneranno l’interpretazione di quel tempo come abiti su misura che ognuno potrà indossare a proprio piacimento.
Grazie a un inedito benessere seguito al boom economico dei primi anni ’60, uscivamo dalla fame e con la pancia finalmente piena cominciavamo a concederci il lusso di pensare.
Quando l’uomo comincia a pensare il primo totem a cadere è l’”ipse dixit”, il principio di autorità su cui si fonda ogni sistema sociale, ogni ordine costituito; ci si interroga sulle fonti delle disuguaglianze, delle discriminazioni sociali, sessuali, razziali, religiose.
Si scoprono con rabbia gli strumenti imbonitori, si demistificano gli inganni dei poteri. Cresce la diffidenza e la furia iconoclastica, talvolta, quando non è moderata da una consapevolezza “storica” degli eventi, sfocia in delirio distruttivo e omicida, che qualcuno chiama rivoluzione e qualcuno chiama terrore….
Così come accadde nell’illuminismo settecentesco, sfociato nella presa della Bastiglia e nelle guerre sociali o, ancor prima, nell’Umanesimo, sfociato nelle guerre religiose del 1500/1600.
Nessuno, credo, potrà disconoscere la forza di crescita e di progresso impressa alla storia dell’uomo dall’Umanesimo e dall’Illuminismo; nessuno potrà negarla al ’68.


Dedichiamo questo libro a Sandro Pertini grande protagonista della storia di quel decennio e alla signora Elisabetta Favetta, presidente dell’Associazione a lui dedicata.